L’ARTE DEL MESTIERE - III
Posted by Mariana Scaravilli on Sep 3, 2017

 

 

III

È assurdo pensare che la pratica dello strumento possa essere separata dal resto della vita. Se cambiamo la pratica, cambiamo la nostra vita. La pratica non è solo ciò che facciamo con le mani, né soltanto il modo in cui lo facciamo. La pratica è come siamo. Come teniamo il plettro così viviamo la nostra vita. Se accettiamo le implicazioni di questo, svilupperemo un salutare rispetto per la nostra pratica. A questo punto diventeremo consapevoli della nostra ignoranza, e cercheremo aiuto; che possiamo trovare in un’istituzione, un insegnante personale, o una scuola di pratica.

Una scuola di pratica per essere valida, credibile, o utile, deve fornire un corpo di tecniche, di idee,  e un modo semplice per sperimentarle.

 

Una pratica di qualche valore sarà tre cose:

  1. Un modo di sviluppare un rapporto con lo strumento;
  2. Un modo di sviluppare un rapporto con la musica;
  3. Un modo di sviluppare un rapporto con se stessi.

Quindi, una pratica autentica è questo: un percorso. Questo percorso per sviluppare un rapporto viene applicato allo strumento, alla musica, e a noi stessi. Non c’è separazione tra questi approcci, la separazione è solo apparente. Suonare uno strumento musicale è un’abilità, e può diventare un mestiere. Il percorso del musicista professionista è un percorso di mestiere. C’è il mestiere per il mestiere, e c’è l’arte del mestiere. C’è anche il mestiere dell’arte. Forse, l’arte dell’arte è la semplicità. Le tecniche del nostro mestiere dovrebbero rispondere a queste domande:

  1. Cosa devo fare?
  2. Come devo farlo?
  3. Perché devo farlo?

Queste tecniche si applicano in tre campi: nel suonare lo strumento, nella musica, e nell’essere una persona. Non posso suonare la chitarra senza avere un rapporto con me stesso, o con la musica. Io non posso, in quanto chitarrista, suonare senza avere un rapporto con me stesso e la mia chitarra. E, applicandomi con la chitarra e con la musica, scopro me stesso all’interno dell’applicazione. Le tecniche valide sono efficienti.

Le idee del mestiere sono idee che riguardano il suonare lo strumento, la musica, e cosa significa essere un essere umano. Le idee dovrebbero essere ragionevoli e coerenti.

Se questo è un percorso vero, ci darà un assaggio di ciò che significa essere un esecutore, un musicista, e un essere umano: e persino essere tutte e tre allo stesso tempo. Se questo percorso è reale, utile, e produttivo, diventa una tradizione di pratica. Se questa tradizione esiste sarà disponibile a quelli che vi si avvicinano per sostenerli. Un buon test di validità per qualsiasi percorso è chiedersi: mi porta nutrimento?

Ci sono tecniche e nutrimenti di varia qualità, che impariamo a riconoscere. Una tecnica simula ciò che deve rappresentare, e prepara uno spazio affinché la tecnica diventi ciò che rappresenta. Ad esempio, il modo in cui vivo la mia vita è il mio modo di praticare l’essere vivo. Non c’è distanza tra come vivo la mia vita e come pratico l’essere vivo. Quindi, la tecnica diventa quello che ci prepara a essere, è l’idea stessa che rappresenta, e comunica la qualità che ci sta preparando a riconoscere.

Le idee sono di varia qualità. Alcune idee sono arbitrarie: nel Guitar Craft le chiamiamo idee brillanti. Nascono dalla frammentazione e sono ingannevoli. Alcune idee vengono da un impulso creativo, e possono presentarsi in modo descrittivo, metaforico, allegorico, o attraverso analogie. Ogni idea ha uno schema. Se riusciamo a scoprire lo schema, siamo vicini a comprendere la qualità dell’idea. Se l’idea è sincera, ci anima.

 

L’Arte Del Mestiere - IV

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