L’Arte Del Mestiere - XI

Posted by Mariana Scaravilli
3 Sep 2017

L’Arte Del Mestiere - XI

 

XI

Se aspiriamo al mestiere, cercheremo un artigiano che ci introduca al suo mestiere. In loro presenza saremo in presenza del mestiere. Se siamo abbastanza fortunati da trovare un artigiano che intraprenda la nostra istruzione, continueremo lungo un processo che ci condurrà all’apprendimento. Quando l’apprendimento è conseguito, il centro di gravità della vita di colui che prima era apprendista è allo stesso livello di quello dell’artigiano. Col tempo, un artigiano viene generalmente chiamato ad insegnare. L’artigiano avveduto dirà di no. Spesso si sarà trovato a dare qualche insegnamento informale a singole persone occasionali, e se questo sarà servito a qualcosa, sarà servito a mostrare all’artigiano l’esile natura della propria responsabilità. Quelli che desiderano una vita comoda, o che sono sani di mente, diranno di no; accettare di insegnare, o di dare istruzione, non è una decisione razionale. Quelli che hanno la follia, la presunzione, o che ne riconoscano l’esigenza, inizieranno un apprendistato alla maestria.

L’artigiano insegna attraverso ciò che fa.
Il maestro insegna attraverso ciò che è.

La prima cosa che impara un insegnante è l’impossibilità di insegnare. Così l’insegnante diventa immediatamente uno studente, l’apprendista di sé stesso. Salvo che, nell’apprendere un mestiere, ha imparato le leggi dell’apprendere, e le può applicare a sé stesso nel mestiere di insegnare un mestiere. L’artigiano sa che, in un certo senso, lui è il suo mestiere: è la personificazione delle forze e delle qualità particolari che rendono il mestiere riconoscibile. Un mestiere avvicina due mondi incompatibili; la vita dell’artigiano riconcilia l’impossibilità. Se l’artigiano si toglie dal percorso del mestiere, forse il mestiere può parlare direttamente all’apprendista. Così, il ruolo dell’insegnante è quello di accettare. L’aspirante apprendista incarna la qualità dell’affermazione: sto cercando la musica, aiutami. Il mestiere stesso è l’agente di riconciliazione. L’insegnante è madre del mestiere, e del suo emergere nel mondo; l’apprendista, in un certo strano modo, ne è il padre. Ognuno gioca un ruolo affinché possa venire rivelato un disegno, e questo disegno che si rivela è parte di un atto creativo; insegnante e studente sono genitori del loro mestiere. Il figlio è l’abilità che dà corpo al mestiere stesso. L’artigiano impara che questo è un figlio che ha scelto i suoi genitori.

Nel mestiere del suonare la chitarra, suonare non riguarda il suonare la chitarra - riguarda il suonare il chitarrista. Ma allora, chi suona il chitarrista? Fare musica non riguarda il fare musica, riguarda il fare il musicista: quando è fatto un musicista, lo è anche la musica. Nonostante questo, la musica non è mai assente.

A questo punto l’insegnante si occuperà delle nozioni errate dell’apprendista: il musicista apprendista, ad esempio, ha tante idee brillanti sulla vita del musicista; forse, perfino su come rendere il mondo un posto migliore con la musica.

L’insegnante darà istruzioni chiare allo studente, così che il disegno in seno al mestiere venga presentato chiaramente, in modo pratico, coerente, e soddisfacente. Dopo, l’insegnante confonderà lo studente. La mente trattiene lo schema di fronte a noi, ci guida da dove ci troviamo a dove siamo diretti, e ci mostra il nostro posto in questo schema in ogni momento. Questo è prezioso, e, se intendiamo partecipare pienamente al processo, persino necessario. Ma parte della mente identificherà il mestiere con un insieme di regole, come se il mestiere stesso fosse semplicemente un metodo. L’apprendista appassionato, dedicato, mostrerà il suo sapere e trasmetterà la sua aderenza al suo mestiere, proclamando i dettagli delle sue istruzioni: chiare, intelligibili, e coerenti. Orgogliosi della ricchezza di discernimento che hanno guadagnato alla presenza dell’autorità, travisano il loro mestiere. L’apprendista crede di aver capito, di essere animato da un’idea. Ha dimenticato che anche l’insegnante è un apprendista, e che il mestiere lo porta a commettere gli stessi errori che commette lui. Naturalmente, si spera che la qualità degli errori sia più alta; che possa addirittura non commettere errori. E l’apprendista potrebbe non accorgersi che il suo insegnante lo stava ingannando. Parte dell’inganno è nel presentare il mestiere come un metodo razionale, coerente e intelligibile. Poi, avendo concesso all’apprendista la sicurezza di poter fissare la sua mente a questo schema esatto, la mente viene disturbata. La mente potrebbe non diventare mai un servitore onesto e fidato, ma se viene derubata della sua apparente comprensibilità, le sue pretese si possono mettere più facilmente in discussione.

Il mestiere si può conoscere e ridurre ad una serie di formulazioni, o descrizioni. Esso ha uno schema che può essere appreso, mantenuto, e assorbito, e poi descritto. Ma questo non è capire. Quando si tenta di penetrare un mestiere attraverso il sapere, esso ci elude. Questo succede quando avviciniamo il mistero che è dentro un mestiere: è più vicino a noi di quanto noi non lo siamo a noi stessi, ma che ci possiamo fare? Per questo, l’insegnante disturba la mente dell’apprendista, in modo che la presa della mente su di lui si indebolisca. Nel momento del rilascio, l’apprendista prova l’esperienza di ciò che significa essere un maestro: uno stato costante di lasciar andare; uno stato costante di applicazione; un’innocenza all’interno della contraddizione  fra l’agire e il non agire. Questa è arte: agire con la presunzione di innocenza nel campo dell’esperienza. Sapendo questo nel momento di rinunciare all’infallibilità della mente, lo studente conosce nella sua esperienza interiore la qualità dell’abbandono. Questa qualità da ora in poi potrà sempre essere consultata, e si potrà sempre attingere ad essa. L’apprendista ha avuto un’intuizione nel mondo del maestro. Poi, ricadrà a terra.

L’insegnante saprà riconoscere i lividi; ne ha molti anche lui negli stessi posti, e anche in altri. Dipenderà dalla natura dello studente e dalla situazione che governa entrambi la scelta se offrire all’apprendista un aiuto o una sedia dura. Sino ad ora l’insegnante ha ingannato l’apprendista fino a farlo ricadere a terra. Adesso, l’apprendista ha visto cosa gli serve per continuare, e può scegliere se continuare o no. Prima, era prevalentemente immaginazione. I trucchi dell’insegnante sono stati una lusinga, per rassicurare quella parte nello studente che è sinceramente alla ricerca del mestiere. Parte della frode viene in forma di doni; magari inserendo lo studente nei concerti, o nei tours, addirittura per fare dei dischi. Le esecuzioni pubbliche di musica sono un privilegio, e il prezzo per acquisire questo privilegio è alto. Per l’apprendista il fatto che gli venga accordato un facile accesso è un regalo, un dono il cui costo ricadrà sull’insegnante e sul mestiere. Alcuni studenti torneranno per lusinga, per il nutrimento della loro immaginazione. L’insegnante giudicherà con tatto la situazione, a volte continuando a lusingare il loro aspetto più debole, con speranza. O forse no. Alcuni studenti torneranno per i doni, o persino chiedendo di essere avvertiti quando verranno distribuiti i doni. E alcuni studenti riconosceranno i lividi dell’insegnante come propri, e offriranno un balsamo per lenirli.

L’insegnante è protetto dal suo ruolo di insegnante. L’artigiano in questo ruolo confonderà probabilmente sé stesso con l’insegnamento, e si procurerà contusioni fresche. Ma, seduto dritto sulla sedia dura con le contusioni che bruciano, sarà amaramente consapevole della sua presunzione e non si crogiolerà più in quell’orgoglio. E questa sarà la sua salvezza: abbandonando l’idea, subentra la realtà, e il mestiere parla attraverso l’artigiano. L’artigiano ricorda questo momento, e l’apprendista che è in lui è allo stesso livello degli altri suoi apprendisti. All’interno del ruolo, l’insegnante non ha niente da insegnare, ma risponde agli stimoli della necessità, guidato dal mestiere. L’apprendista crea l’insegnante, attraverso la sua richiesta di accesso al mestiere. Questo porta all’impressione che sia l’insegnante a permettere il verificarsi di questo ingresso.

 

L’Arte Del Mestiere - XII



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