VI
La pratica diventa stantia se non ci esercitiamo in modo giocoso, spontaneo e divertente. L’invenzione è necessaria nella pratica come nella vita reale. Quando la pratica cessa di essere divertente, noi, intenzionalmente o no, ce ne allontaneremo, perdendo la possibilità di acquisire disciplina. E la disciplina è un veicolo di gioia. La differenza tra il suonare, attività spontanea e gioiosa, e lo sforzo creativo dell’artista maturo, sta nell’intenzione. Il suonare è nel momento, senza pretese o aspettativa di risultati. Il lavoro dell’artista maturo è anch’esso un suonare nel momento, ma è connesso ad un meccanismo disciplinato e vigile di risposta allenata ai suggerimenti del momento creativo. È questo il suonare intenzionalmente al servizio di uno scopo: l’artista suona con l’intenzione di generare ripercussioni creative.
Esagerare riguardo al potere dell’abitudine è difficile. Quasi tutta la nostra attività è abituale. Siamo un amalgama di riflessi automatici e successioni di reazioni, ogni abitudine rafforza l’altra. Una particolare postura ci induce a un impulso emotivo ad essa collegato, il ricordo di un’immagine innesca una postura associata, oppure il mio stato d’animo viene riflesso nel mio pensiero e nel movimento del corpo. L’abitudine è storica. Ci sono abitudini buone e cattive. Le cattive abitudini danneggiano l’organismo. Le buone abitudini servono al funzionamento efficiente del nostro organismo, e unite all’attenzione diventano abilità. Se tutto quello che sono è abitudine, anche se buona abitudine, sono una macchina. Posso essere meccanicamente utile, o d’aiuto, ma resto meccanico.
L’abitudine è inevitabile, e anche necessaria. Lo sviluppo dell’abilità è l’allenamento di abitudini efficienti dirette al servizio dell’impulso creativo. Devo avere un contatto con il mio automatismo: avere consapevolezza del mio corpo e di come si muove, la sensazione organica della vita dentro di me; notare il flusso di pensieri continui e associativi; la mia attrazione per ciò che mi piace e l’avversione per ciò che non mi piace. Notare è il frutto di un’attenzione pronta e impegnata. Quando sono in questo stato, sono in contatto con me stesso, e anche con ciò che mi circonda. L’automatismo è rigidità; il contatto con l’automatismo conferisce flessibilità. Essere in contatto con l’abilità non significa avere autorità su di essa. L’autorità parlerà al mio allenamento con una voce singola, avrà una visione d’insieme di ciò che esso comporta, e avrà capacità di giudizio. Se trovo questa autorità, prospettiva e giudizio, sono vicino ad avere disciplina.
Un giorno, mentre il musicista è impegnato a suonare consapevolmente, la musica gli vola vicino. L’artista disciplinato, attento e in contatto con il momento, vola con la musica. Il musicista ha messo se stesso, uno strumento allenato, intonato e ricettivo, al servizio della musica, per venire suonato direttamente dall’impulso creativo. Se la musica è buona, la musica sta suonando il musicista. Se la musica non è buona il musicista sta suonando la musica. Se la musica è cattiva, il musicista sta suonando il musicista.
Il musicista maestro è il musicista che ha disciplina. Lui è se stesso, e parla per sé, con la propria voce. Il genio va oltre la propria persona, e parla a tutti noi con la nostra voce. Un musicista di genio è tutti i musicisti, uniti all’interno dell’atto creativo della musica.
